Il piccolo principe - Antoine De Saint-Exupery


"Quando tu guarderai il cielo, la notte, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che saranno ridere!"
E rise ancora.
"E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre), sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E aprirai a volte la finestra, così, per piacere... e i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando il cielo. Allora tu dirai" Sì, le stelle mi fanno ridere! "E ti crederanno pazzo. T'avrò fatto un brutto scherzo..."
e rise ancora.

"Sarà come se t'avessi dato, invece delle stelle, mucchi di sonagli che sanno ridere..."


Trama:
La magia di questo racconto si trova racchiusa nella sua disarmante semplicità volta a ricordare agli adulti il motivo per cui ogni bambino è un pianeta a se stante. Così recita la dedica introduttiva: “a tutti i grandi che sono stati bambini e non se lo ricordano più”. Le cose dimenticate diventando adulti ci vengono riproposte attraverso gli occhi di un piccolo, tenero Principe -bambino che ci svela, come solo la severità dell’infanzia può fare, l’irrazionalità e l’inutilità dei comportamenti umani.
Un aviatore è costretto ad un atterraggio d’emergenza nel vasto e desolato deserto del Sahara: solitudine, sabbia e, lassù, un manto di stelle. Ad un tratto una voce:- Mi disegni una pecora?- . A parlare è proprio il Piccolo Principe, abitante di un minuscolo asteroide chiamato B612. Un pianeta talmente piccolo che può seguire il tramonto solo spostando la sedia, dove la sua unica compagnia è rappresentata da una rosa capricciosa e pretenziosa che, con le sue esasperanti richieste lo costringe ad allontanarsene approfittando di una migrazione di rondini. Così inizia il suo viaggio nello spazio. I personaggi incontrati sono bizzarri e stravaganti, ed ognuno di loro insegna al Piccolo Principe una visione del mondo sconosciuta. Tutti rispecchiano un vizio degli adulti, nessuno escluso. C’è chi conta e riconta le stelle pensando di possederle, chi è convinto di regnare anche su ciò che non lo conosce, chi è pieno di sé e chi invece rimane intrappolato sotto al peso dei doveri. Da ogni pianeta visitato il Piccolo Principe ricava l’impressione che gli adulti siano ben strani e da ognuno di essi trae un piccolo insegnamento per se stesso.
E’ solo sul pianeta Terra che il Piccolo Principe bambino capisce che, a volte, si comprende l’importanza di chi amiamo, solo quando ci se ne allontana. E’ l’insegnamento della Volpe appena conosciuta. Una volpe che si fa addomesticare per poter essere agli occhi del Piccolo Principe unica al mondo. Perchè addomesticare è una cosa dimenticata da tempo e significa “creare dei legami”. Perchè non si conoscono che le cose che si addomesticano. Perchè si vede bene solo attraverso il cuore e l’essenziale è invisibile agli occhi. Perchè la Rosa del Piccolo Principe non aveva uguali. L’aveva capito.
Ecco, questa è la storia, il finale lo conoscete. Credo che l’importanza di quest’ opera venga capita solo dalle persone che ogni tanto si ritrovano a sfogliare le pagine del libro. Se la si legge da bambini il suo significato resta quello della favola. Provate a leggerlo adesso: guardate come l’uomo si comporta con gli altri, come la sua vita sia tutta tesa all’esaltazione di concetti stereotipati. Fatevi aprire gli occhi dalla Volpe, cercate l’ingenuità del Piccolo Principe. “…fermatevi un momento sotto le stelle! E se allora un bambino vi viene incontro, se ride, se ha i capelli d’oro,se non risponde quando lo si interroga, voi indovinerete certo chi è. Ebbene,siate gentili!”. E’ importante.

Nessun commento:

Posta un commento